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Il MAON, Museo d’arte dell’Otto e Novecento di Rende celebra Alberto Burri, uno dei massimi artisti del Novecento. A pochi giorni dall’inaugurazione della sua grande retrospettiva al Guggenheim Museum di New York, il museo calabrese propone fra la fine di ottobre e il mese di novembre, un programma straordinario di eventi che coinvolgono non solo la propria sede del settecentesco Palazzo Vitari, ma anche altri luoghi eccellenti della Calabria come l’ottocentesca Villa Rendano a Cosenza e il seicentesco Palazzo delle Clarisse ad Amantea. Il progetto prevede un crescendo di iniziative contestuali: il 29 ottobre una mostra allo Studio Gallery di Lamezia Terme dal titolo “Intorno a Burri / Scatti d’autore”; il 10 ottobre nel pomeriggio alle ore 17 una tavola rotonda presso il Dipartimento delle Arti dell’Università della Calabria e la sera a Villa Rendano di Cosenza, alle ore 21, un concerto del gruppo musicale “Ensemble suono giallo” , introdotto da Pino Sassano e da letture di Marilena Morabito. L’evento centrale è l’11 ottobre alle ore 18 con l’inaugurazione della mostra al MAON di Rende “ALBERTO BURRI E I POETI / Materia e suono della parola”, curata da Bruno Corà, presidente della Fondazione Burri, e da Tonino Sicoli, direttore del MAON. Essa si inserisce nell’ambito delle Celebrazioni per il Centenario della nascita di Alberto Burri (1915–2015), figura fra le più rappresentative della ricerca artistica più avanzata, riferimento indiscusso delle avanguardie del secondo Dopoguerra. La sua arte ha influenzato il lavoro di altri grandi artisti del Secondo Novecento, come ad esempio Robert Rauchemberg, uno dei fondatori della Pop Art americana, che nel 1952 trascorse un anno a Roma, dove conobbe e frequentò Burri, rimanendone influenzato profondamente. Con questa mostra la Calabria partecipa ad uno dei più importanti avvenimenti internazionali dell’anno. Le celebrazioni di quest’anno hanno avuto il clou nella mostra al Guggenheim Museum di New York, dopo quella tenutasi a Bruxelles nella sede del Parlamento Europeo. In Italia sono state organizzate mostre nella sede della Fondazione di Palazzo Albizzini intitolata a Burri a Città di Castello (a confronto con Luca Signorelli), a Palermo, in occasione dell’ampliamento e del restauro del Grande Cretto di Gibellina realizzato all’artista tra 1984 e il 1989, a San Sepolcro (a confronto con Piero della Francesca), a Pistoia sulle fotografie scattate a Burri da Aurelio Amendola, oltre al rifacimento dell’opera monumentale del Parco del Sempione a Milano, nonché la pubblicazione del nuovo catalogo generale in 6 volumi e la realizzazione di un film-documentario su di lui. Il MAON di Rende con la mostra “Burri e i Poeti: materia e suono della parola” conferma il suo ruolo di accreditato museo d’arte contemporanea proponendo non solo un autore eccezionale ma presentando un aspetto inedito dell’artista. Grazie alla collaborazione con la Fondazione Burri, accanto a una emblematica e grande cellotex del maestro sono affiancate oltre venti altre sue opere che testimoniano il suo rapporto assiduo e particolare con la poesia e i poeti. Fin dal suo esordio, avvenuto a Roma nel 1947 presso la galleria La Margherita, Burri fu invitato a esporre introdotto dai poeti Libero De Libero e Leonardo Sinisgalli. Successivamente, nei primi anni Cinquanta, Emilio Villa, poeta e critico a cui si deve riconoscere un’azione pionieristica nei confronti dell’arte di Burri, ha più volte dedicato all’artista di Città di Castello testi poetici in edizioni ormai rare e di pregio. Il rapporto di Burri con la poesia e altresì documentato da sue opere realizzate per Giuseppe Ungaretti, al quale lo legava un rapporto particolare.

Nell’ambito dello stesso progetto fra gli eventi contestuali si terrà al Palazzo delle Clarisse di Amantea il 12 novembre alle ore 12 “Le forme del Gusto: arte, poesie e sapori”, proposte enogastronomiche (La dieta mediterranea patrimonio UNESCO, con intervento delal ricercatrice dell’Unical Luana Gallo; Il vino come poesia) e letture di testi poetici a cura di Lindo Nudo (teatro Rossosimona)

Con questa iniziativa Rende e la Calabria entrano nel novero dei pochi luoghi che hanno ospitato eventi ufficiali per il Centenario della nascita di questo grande artista, per il quale è stata emanata una legge dello Stato Italiano istitutiva anche di un Comitato per le Celebrazioni (legge n.63 del 14 aprile 2014) presieduta dal Ministro dei beni culturali Dario Franceschini.

La mostra-evento “ALBERTO BURRI E I POETI / Materia e suono della parola” è promossa dalla Regione Calabria, a seguito di regolare avviso pubblico, nell’ambito dei fondi POR CALABRIA FESR 2007/2013 – Risorse naturali, culturali e turismo sostenibile, Progetto integrato di sviluppo regionale “Eventi culturali storicizzati”. Ha come partner: il Comune di Rende, la Fondazione Alberto Burri, il Corso di Laurea Magistrale in Storia dell’Arte dell’Università della Calabria, la Fondazione Carmine D. Rizzo, la Fondazione Attilio ed Emilia Giuliani, il Club Unesco di Cosenza, il Co.Re. di Rende, la BCC Mediocrati, il Palazzo delle Clarisse di Amantea, ecc.

Alberto Burri era nato nel 1915 e dopo aver conseguito nel 1940 la laurea in medicina, alla fine della seconda guerra mondiale, aveva intrapreso una delle più brillanti carriere artistiche, che lo aveva visto nel giro di mezzo secolo assurgere agli onori delle più grandi rassegne d’arte internazionali e dei più importanti musei del mondo. Burri è stato un artista di grande modernità che ha saputo dare una risposta alla crisi dell’arte nell’immediato dopoguerra, in favore di un’arte non rappresentativa, indirizzata verso la ricerca e la sperimentazione linguistica. Egli ha saputo porsi tuttavia in continuità con le grande storia dell’arte diventando ben presto un “classico” ed un modello per le generazioni successive di artisti.

Oggi è considerato uno dei padri indiscussi dell’arte contemporanea, un innovatore che ha saputo rivoluzionare i linguaggi espressivi introducendo nella pittura materiali come le tele di sacco, il catrame, il legno, il ferro arrugginito, le plastiche combuste.

Burri morì a Nizza nel 1995. Ha esposto alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma, al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, alla Pinacoteca Nazionale di Atene e a quella di Brera di Milano, al Palazzo delle Esposizioni e alle Scuderie del Quirinale di Roma Le sue opere sono nei più prestigiosi musei del mondo: dal Centro George Pompidou di Parigi alla Tate Gallery di Londra, dal Salomon R. Guggenheim Museum di New York alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e agli Uffizi di Firenze. Noto è il suo Grande Cretto realizzato a Gibellina, a testimonianza del devastante terremoto nella valle del Belice.

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