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“Alain Resnais, l’immaginifico giocoliere dei linguaggi” è il titolo di un omaggio al grande cineasta francese scomparso pochi giorni fa all’età di 91 anni, in programma giovedì 20 alle ore 17:30 a Villa Rendano, Cosenza. Per l’occasione sarà riproposto il suo film di maggior successo nelle sale italiane, On Connaît la Chanson (distribuito in Italia come Parole parole parole). L’evento, organizzato di concerto con l’Alliance Française, inaugurerà la programmazione cinematografica di Villa Rendano, recentemente restaurata e riaperta al pubblico dalla Fondazione “Attilio e Elena Giuliani onlus”.
In apertura, ad illustrare brevemente la figura complessa di questo maestro della settima arte e la sua riconoscibilissima cifra stilistica sarà Ugo G. Caruso, storico del cinema che, nella sua frequentazione assidua della cinematografia francese d’ogni epoca, molto si è occupato della Nouvelle Vague, di cui Resnais è stato tra i principali esponenti, pur rimanendo fondamentalmente un outsider. L’incontro sarà introdotto da Franco Plastina, infaticabile animatore di cineforum – dal glorioso Cinecircolo Bruzio negli anni Settanta e Ottanta alla più recente associazione culturale “Iride” – che ha in cantiere proprio una retrospettiva dedicata a Resnais, comprendente i suoi titoli più memorabili, da Hiroshima Mon Amour e L’anno scorso a Marienbad a Muriel e La guerra è finita, da Providence e Mon Oncle d’Amérique a Voglio tornare a casa e Smoking/No Smoking, da Cuori all’ancora inedito Aimer, Boire et Chanter. A presentare il film interviene Chiara Veltri, traduttrice ed editor, a lungo curatrice di una collana dedicata all’analisi dei testi musicali per Arcana.

On Connaît la Chanson
(1997, vincitore di 7 César e dell’Orso d’Argento a Berlino ’98) è un’atipica commedia sentimentale in forma di musi- cal, incentrata sulle vicende di 6 personaggi, una divertente ronde tra equivoci, bugie e nevrosi nella Parigi contem- poranea, magnificamente inter- pretata da André Dussollier, Sabine Azéma, Jean-Pierre Bacri, Agnès Joui, Pierre Arditi, Lambert Wilson con un cameo di Jane Birkin. L’interessante operazione condotta da Resnais con i suoi sceneg- giatori, la premiata ditta teatrale Bacri e Joui, consiste nel proporre la musica leggera, per meglio dire le canzoni (in questo caso, successi di Maurice Chevalier, Josephine Baker, Léo Ferré, Charles Aznavour, Gilbert Bécaud, Dalida, Serge Gainsbourg, Johnny Hallyday, Sylvie Vartan ecc.) come forma di memoria collettiva odierna. Infatti i personaggi nel corso del film si scoprono, improvvisamente e imprevedibilmente, a cantare in playback frammenti di brani popolarissimi, quasi ne fossero posseduti, a conferma di come la nostra identità sia ormai costruita dall’industria cul- turale. L’incontro intende far risaltare l’unicità artistica di un regista che forse più di chiunque altro ha saputo condurre il cinema oltre i suoi confini consueti, innervandolo con i codici linguistici propri di altre forme espressive, dal nouveau roman al teatro, dall’architettura alle arti plastiche, dai fumetti alla serialità televisiva, dalla mu- sica colta a quella popolare.

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